Descrizione
Dimora dell’antico ghetto ebraico, come testimonia la sua bella sinagoga; malsano, tanto da dover essere risanato e ricostruito in stile medievale negli anni Trenta; contestato (ma frequentato) ostello di postriboli e meretrici; sede di una contrada, la Torre, che ha come simbolo l’esotico lionfante, il rione all’ombra della torre presenta innumerevoli motivi di interesse per il senese e per chi non lo è.
Roberto Cresti, riporta alla luce gli antichi fantasmi di Salicotto rievocandoli attraverso un’analisi puntuale, ma sempre di facile lettura, dei suoi toponimi e della sua urbanistica.
Nomi come “vicolo della Fortuna”, “via del Rialto”, “vicolo di Coda”, “vicolo dell’Oro”, recano inscritta in sè la storia di un intero quartiere e quindi della sua gente, con le sue arti, i suoi mestieri, le sue vicende appassionanti, qui svelata.